MIGUEL BOSE' TRA 'MITO' E REALTA'

mercoledì 30 aprile 2008

STRALCI DA UNA SPLENDIDA INTERVISTA ....


....DI QUALCHE GIORNO FA!

L'aiutante gli consegna un rasoio nuovo. "Ho una pelle fine - eredità di mia madre. - ed è un problema. A volte mi rado male e odio l'invenzione." Bosé, sguardo miope, continua ad emanare un magnetismo di uccello rapace ed un aroma tra muschio ed iris. Con la sua studiata trascuratezza ed ogni tanto una sigaretta non dissimula una maturità assunta. Ed una voce che ad alcuni piace di più, molto più, quando parla che quando canta.

Questo disco è celebrazione o addio?
No, no, è una festa. Da qualche parte è uscito che salutavo. Suppongo che dissi: faccio un anno e mezzo di tour e dopo, mi ritiro a riposare.. Questo è molto diverso.

I testi del suo dossier di stampa sono deliziosi. È certo che li ha scritti lei?
Sì. Scrivo tutti i giorni della mia vita dai sette anni. Neanche è un diario, è un'abitudine. Ci sono cose che, improvvisamente, devo spiegare per iscritto, ci sono cose il cui sfogo passa solo per la scrittura, non ammette un altro linguaggio. Molte volte con le parole parlate non arrivi tanto lontano. E, glielo dirò: alla fine di questo anno pubblico un romanzo. ……
………………………………………………. Io ho dormito sempre molto poco. Da bambino mi mettevo nel letto leggendo. Mi vedo andando in punta di piedi fino alla biblioteca, molti libri in italiano. Sembrava che li rubassi. Ne tiravo fuori uno e riempivo lo spazio per dissimulare. La letteratura per me è stata una difesa brutale, la terra del "nulla più", e poca gente lo sa. Dove imparai a viaggiare. A sapere che c'erano mondi paralleli dove potevo fuggire spesso e che potevano essere tremendamente piacevoli, accoglienti, già fabbricati, esistenti. Quindi incominci a paragonarlo con tutte le cose che hai amato, e pensi che per rispetto e per amore tanto atavico non osi scrivere pubblicamente. Che non devi farlo. Ma ti convincono.
SU PAPITO, IL DISCO..
“Quando incominciò a correre la voce mi chiamò Alejandro: "Questo disco non esce se io non ci sono. Quello è lo stile Sanz: diretto. O Shakira: "Papito, io devo esserci". "Papito" è una parola latinoamericana ed io sono molto latinoamericano, la metà della vita la passo lì. Se dovessi allontanarmi dal mio paese so già che ho altre patrie.

Ma successe una cosa curiosa con una donna.
“Mi riunii con Alejandro González Iñárritu, il direttore del cinema, un altro amico di adolescenza, e Jorge Drexler. Mi domandarono come intitolerei il disco. Per scherzo dissi loro: "Papito, tutti mi chiamano così". Dopo avere cenato, camminavamo noi tre quando una mulatta straordinariamente bella ci incrociò improvvisamente. Rimaniamo fermi. E sentiamo: "Papiiito. Però come sei bono!". Il destino!

Quando si sono avute tante storie d’amore, non si smette di credere nell'amore?
È impossibile.

Ed uno continua a ripetere gli errori?
Risultare ferito o vinto, conciato o traumatizzato per qualcosa di cui uno non deve pentirsi, non significa arrendersi. L'amore è sempre differente. Non solo con l'età bensì con ogni persona, per chimica. Non si ripete mai. Ed uno non deve chiudere porte perché qualcosa sia andato male. Se un giorno fai una tortilla alla francese e non ti esce, smetti di fare tortille?

E la convivenza?
L'ho fatto, ehi!! ho avuto esperienze di convivenza molte volte. Non ha funzionato, non ha funzionato! E questo non vuole dire che non funzioni. Come dicono, "in terra, qualcuno avrà chi si merita".
“Sto celebrando la vita, trenta anni di lavoro, ma contemporaneamente stiamo parlando di mantenere il desiderio al di sopra di tutta la cosa grigia che ci circonda. È un desiderio di luce.

Ci sono canzoni eterne?
In "Once maneras de ponerse un sombrero", tra le mie canzoni favorite collocai "La mer", e quello che la scrisse Charles Trenes negli anni trenta. Quindi la cantarono Nina Simone, Frank Sinatra, Aznavour ed i Beatles. Può funzionare!

Molti settori distinti hanno voluto appropriarsi dell'icona Bosé: gli intellettuali, quelli di sinistra, i glamurosos, quelli che rompono schemi, gli omosessuali… Di chi è lei?
Io sono di tutti. Credo di avere una parte che potrei arrivare a condividere con ognuno. Ed in realtà posso, potrei, o li ho già rappresentati…………A molti dico: "Che cosa vuoi che ti risponda? Che cosa ti fa felice? Perché sì, sono quello.. Ed allora ti replicano: "Ma stai dandomi la ragione come ad un matto." Guarda, in questa vita, è meglio non dare spiegazioni.

Quello glielo diceva suo padre, vero?
Sì. "Non dare spiegazioni, Miguel". Perché ad ogni modo la gente ha un pregiudizio. Alla fine è molto difficile smontare da quell cavallo dove ti hanno collocato, e molto più bello entrare nel gioco. Perché così appartieni a tutti, appartieni a tutte le sessualità.


Non ha voglia di fondare una nuova famiglia?
Non ne ho bisogno. Ho la mia famiglia di sangue e gli aggiunti, dai miei tecnici, la mia squadra, i miei libri.

L'aiuterò con la domanda: “Necessita discendenza?."
Bueno, il martedì ed il giovedì. Il mercoledì ed il venerdì mi pento. Ora, no. Alla fine, rimane sempre la meravigliosa e tremenda avventura che è adottare. Inoltre, la cosa buona dell'essere umano è che può contraddirsi. Io le dico questo ora e domani vado e ingravido una. Per quel motivo ho tanto in comune con tante tribù.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Che grande che sei Miguel !!!
tutte le risposte colpiscono e sempre di più .
Come non amarti ?
M.j.

Anonimo ha detto...

Pelle fine, magnetismo rapace, aroma di muschio ed iris...: Papiiitoooo, però come sei BONO!!!
TE AMO, MIGUELLL...

Anonimo ha detto...

Sono riuscita a leggere questa intervista solo oggi,ironico e profondo come sempre...
La parte sulla potenza dei libri e della letteratura mia ha riempito il cuore.
grazie Miguel e grazie Mamyta
a presto.
Regina

Viviana ha detto...

Grazie a questo blog sto scoprendo ogni giorno di più che persona magnifica sia Miguel.
Se prima lo amavo, ora lo adoro.

Anonimo ha detto...

se disinstallo messenger 2009 i contatti non si cancellano???