MIGUEL BOSE' TRA 'MITO' E REALTA'

giovedì 12 febbraio 2015

Due interviste-con traduzione- della promozione di 'AMO' di Miguel Bosé

VERAMENTE INNAMORATO!
Bosé dubita di aver provato per qualcuno un amore come quello che prova ora per i suoi figli.
L'amore che sente per i suoi quattro figli ha fatto sì che Bosé si sia seriamente chiesto se nella sua vita sia ma stato ugualmente coinvolto con qualcuno dei suoi amori.
Se guarda dentro sé il cantante, che ha 58 anni e ha venduto più di 20 milioni di dischi, crede di conoscere la risposta.
“Con i figli, ti si apre un giardino di emozioni e di sensazioni che non sapevi esistessero. E pensare che c'era qualcosa qui, accanto a te, nel tuo territorio, che ti sfiorava quotidianamente sin da quando hai cominciato a essere una persona, che però non ti si svela fino a quando non sei padre. E queste sono emozioni che riguardano solo questi “nanetti”, riflette tra sé.
“Quando li ebbi, e ancor di più adesso che sono già delle personcine e interagisco con loro, sono arrivato a dubitare se mi sia veramente innamorato qualche volta... perché adesso vivo innamorato, veramente iper-innamorato. Non so se ciò che sentivo in una relazione era vero innamoramento”.
Concentrato sui suoi piccoli, Diego, Tadeo, Ivo e Telmo, e sempre riservato a riguardo della sua vita privata, lo spagnolo sembra esprimere in “Libre ya de amores”, secondo singolo di Amo, qualcuna delle certezze che lo guidano ora.
“È una canzone divertente, perché fatta nel momento in cui è finito un amore e sei libero dalle paure, che sono quell'esercito di pericoli che ti perseguitano mentre stai in coppia, e aspetti che accada qualcosa. Sei a disposizione degli amici e della vita e non devi preoccuparti dell'odio, di dove hai lasciato le chiavi, di tornare tardi a casa, di dimenticare l'anniversario, di quelle cose orribili che capitano. È una libertà assoluta”.
Il 14 febbraio, a Pachuca, darà vita allo spettacolo “Enamorate de Hidalgo”, per promuovere la costruzione della “Casa degli adolescenti”. Non canterò nessuna canzone di Amo, non sarebbe il caso. Ho preparato qualcosa di speciale per Pachuca, qualcosa per “quel” giorno e per il motivo per cui si raccolgono contributi. È un concerto di grandi successi. Amo è riservato ad Amotour, che comincia in maggio a Città del Messico.
“Quando una persona ha dei privilegi, deve condividerli con le persone che hanno di meno. Fra le altre cose, lavoro per raccogliere fondi per la ricerca del vaccino contro l'Aids; per “Paz sin fronteras”, con Juanes; per far sì che la pace diventi un diritto universale. Lo faccio sempre, quando ho tempo; e se coincide con un progetto che mi piace, lo appoggio”, afferma.
A tre mesi dal lancio del disco, dice di essere contento dell'apprezzamento dei fan, anche se non si azzarda a catalogarlo come superiore a Cardio (2010).
“Sono felice: se non ne fossi stato contento, l'album non sarebbe mai stato pubblicato. Quando hai tempo per lavorare a un progetto, senza doverti ridurre a comporre negli hotel, in viaggio, sugli autobus... quando hai tempo, gli effetti e i risultati si vedono. E Amo è un album molto ispirato, molto nuovo, con proposte che sono “muy Bosé”, molto attuali, molto aggiornate”, conclude.




DA UN SITO MESSICANO
Breve intervista in cui Bosé svela la sua determinazione sul lavoro e l suo carattere volitivo.
Cominciare oggi? Per Bosé sarebbe difficile.
Se Miguel Bosé cominciasse la sua carriera come artista in quest'epoca di social network e di etichette discografiche che si affacciano un diverso tipo di consumo, le cose sarebbero molto complicate, come afferma il musicista stesso.
“Io credo che sarebbe molto più difficile [iniziare oggi un percorso]. Quando cominciai, eravamo molti di meno; oggi emerge talento da tutte le parti, io vedo molta più competenza, più concorrenza, perciò è tutto molto più difficile”, ci ha detto Miguel in un'intervista telefonica.
Ciononostante, ci ha confessato di essersi sempre impegnato molto in ciascuno dei dischi che lancia sul mercato: dal loro concepimento fino ai ritocchi finali della produzione per cui non potrebbe rimanere lontano dal successo.
“Col mio carattere sarei arrivato comunque [lontano], e sarei riuscito a costruirmi una carriera, questo sì, di sicuro, perché chi fa questa professione seriamente e lavora, e lavora con costanza, alla fine arriva. Gli altri si fermano per strada, non tutti sono disposti a lavorare. Ci arriverei lo stesso, ma l'inizio sarebbe molto più difficile”.
L'Artista inizierà il suo atteso “Amotour” il prossimo 10 maggio, a Città del Messico.
http://diario.mx/…/201…/empezar-hoy-para-bose-seria-dificil/

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