MIGUEL BOSE' TRA 'MITO' E REALTA'

mercoledì 25 febbraio 2015

Articolo-intervista a Miguel Bosé su 'Gioia' di questa settimana


Miguel Bosé: single, 22 cani, 4 figli
Dopo una vita dedicata alla musica, si è fermato e ha avuto due coppie di gemelli. Da single, con maternità surrogata. Ora torna con un disco: Amo. Perché ha capito cosa significa




La verità sull’uomo Miguel Bosé la capisci ascoltando la sua voce: un miscuglio di castigliano e milanese così improbabile che, a occhi chiusi, non sai se a parlare sia un torero o un contadino brianzolo.

In effetti, come mi spiegherà, il torero e il contadino brianzolo convivono in lui e da sempre tengono la sua vita in equilibrio. Impresa, a suo dire, miracolosa, vista l’infanzia trascorsa tra un pranzo con Hemingway e una vacanza con Picasso; la fama arrivata come uno tsunami, che non aveva ancora 20 anni; e poi le televisione, i dischi, gli amori.

E, ora, quattro figli: Diego, Telmo, Ivo e Tadeo, due coppie di gemelli di quattro e tre anni, nati a pochi mesi di distanza gli uni dagli altri. Roba che schianterebbe chiunque, ma non lui. Che infatti siede davanti in una suite di un hotel milanese, in forma smagliante: uniche concessioni ai suoi 57 anni, il grigio tra i capelli e qualche ruga attorno agli occhi truccati di nero.

È qui per presentare il suo nuovo disco, Amo (Warner Music): il primo di inediti dalla nascita dei suoi figli. Un disco che «parla di quello che veramente sono: un uomo felice».

Lo dice così?
Non vorrei scatenare l’invidia degli dei, ma lo penso tutti i giorni. Anche solo per non aver mai dovuto dire: «Ora vado a lavorare».

Altri motivi per essere felice?
La mia famiglia. Ho deciso di averla tardi e ho intenzione di vivere cent’anni per godermela. E poi voglio fare ancora un sacco di cose.

È in pista quasi 40 anni. Non è stanco di fare cose?
Ho un’insaziabilità di fondo che mi porta a pensare che una cosa, una volta che l’ho fatta, non conti più. Ma è una questione di equilibrio: all’inizio della carriera, vivevo sempre accelerato ed era una sensazione insopportabile. Per fortuna il tempo cura tutto.

Non la spaventa il tempo che passa?
Per niente. Io sono alleato del tempo. Cura, sana, trova le parole, spegne il fuoco e dà senso. Le cose solide si fanno lentamente.

In questo disco parla d’amore. Cos’è l’amore per lei?
Se funziona, è la base dell’equilibrio. Ma odio chi dice che essere innamorati è la sensazione più bella. A volte si sta meglio soli.

Le piace la solitudine?
No, ma è una condizione molto maschile che ho sperimentato. Quando dici: è da un secolo che sono solo, lasciami stare, non rompere. Sono solo da un fiume di lacrime.

E oggi?
Come canto nella mia canzone Libre ya de amores, sono libero dalle paure e dagli schemi.

Oggi quindi Miguel Bosé non è un uomo innamorato?
Al contrario. Oggi so che cosa vuol dire amare. E so che, prima, non mi ero mai innamorato davvero. L’ho capito diventando padre.

Da zero a quattro figli nel giro di un anno: ci vuole coraggio.
Sono lento nel prendere una decisione, ma poi faccio le cose in grande. In tutto. Quando ho deciso di avere un cane, ne ho presi 22.

Che padre è?
Severo e preciso, ma dolce. I bambini hanno bisogno dell’autorità, per loro è un rifugio. Se sono in difficoltà, lì si possono riparare. Per il resto, mi sciolgo. E mi chiedo come ho fatto a vivere senza di loro.

Come ha fatto?
Non ci pensavo. Avevo i miei nipoti. E poi c’era il lavoro. Se i figli li avessi avuti prima, avrei fatto tutto male. Invece ho dedicato la vita alla musica. Poi, quando ho festeggiato i miei 30 anni di carriera, ho realizzato che se anche non avessi scritto più, avrei potuto cantare i miei successi per sempre. Allora ho deciso che la vita era anche fatta di altro. E me la sono complicata. (Ride).

In questo disco dedica anche una canzone a suo padre.
Quando sono nati i miei figli ho pensato: ora so quanto possono avermi amato i miei genitori. Da figlio non capisci, non vedi.

Che padre è stato il suo?
Lontano. Il lavoro lo portava via per tanto tempo. Il mio rapporto con lui è nato tardi.

C’è qualcosa che ha ereditato da lui?
Chi lo conosceva dice che caratterialmente sono la sua fotocopia.

Lei che dice, invece?
Per metà sono come lui. Per il resto sono milanese e svizzero: metodico, disciplinato, sistematico. È la mia anima da contadino lombardo che mi ha salvato dal naufragio.

Lei è cresciuto tra Picasso ed Hemingway. I suoi figli?
Per ora fanno una vita normale. Io ho avuto un’infanzia privilegiata, ma ho mantenuto i piedi per terra. Non è detto che loro ci riescano. Meglio non sfidare la sorte. Avranno tutti gli strumenti per costruirsi il futuro: lingue, studi. Ma devono anche saper cambiare una lampadina o aggiustare un rubinetto. Sporcarsi le mani serve. E poi si vedrà. Di certo, finché ci sarò io, avranno amore.

Il diritto di essere genitore in Italia non è sempre garantito: single e omosessuali non possono accedere alla fecondazione eterologa e nemmeno adottare un bambino.
Il problema dell’Italia è il Vaticano. Spero che questo Papa meraviglioso cambi un po’ le cose. Davvero pensano che si debba essere sposati per avere diritto a una famiglia? I più grandi problemi tra genitori e figli si hanno nelle famiglie cosiddette “normali”. Nelle altre ce ne sono meno e sa perché?

Perché?
Quelle famiglie sono volute, desiderate e sognate per tanto tempo. L’impossibilità di avere qualcosa ti fa iniziare una lotta che è piena di verità, di forza e consapevolezza.

Parla per esperienza?
I miei quattro figli sono nati con la maternità surrogata. Io sono un padre single. In Spagna non esiste una casellina che mi definisca: c’è madre soltera, ma il corrispettivo maschile no. Padre celibe è uno status che si deve ancora conquistare. Solo in America puoi. Perché lì il denaro fa la legge. Ti trovi un avvocato e lui gestisce tutto. Quando nasce il bambino, che è cittadino americano, giuri di fronte a un giudice che è figlio biologico tuo e che tu lo proteggerai. È un affare economico enorme.

Essere un padre single con quattro figli non la spaventa?
No. Io sono un padre single primo perché non ho trovato la persona con la quale ho desiderato costruire una famiglia. E poi ho visto troppe volte i figli diventare arma di vendetta. I miei figli hanno i miei due cognomi. E non me li toglierà nessuno.

(Federica Furino)
25 febbraio 2015

FONTE:
http://www.gioia.it/news/1409/miguel-bose-single-22-cani-4-figli

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