MIGUEL BOSE' TRA 'MITO' E REALTA'

venerdì 8 agosto 2008

2004-MIGUEL BOSE' CANTA NERUDA

"Neruda en el corazon", una raccolta CD/DVD del 2004. Un insieme di artisti(tra cui anche Lucio Dalla) che rendono omaggio al poeta Pablo Neruda.
Miguel interpreta la poesia in musica con una maestria davvero notevole, esprimendo lo stato d'animo del poeta che, in profonda solitudine, osservava i mali del mondo. Quest'angoscia esistenziale, la sua indignazione di fronte all’ingiustizia si esprimevano in immagini alternative, con frequenti allusioni al brutto e al sudicio.La sua crisi spirituale si fa evidente in poesie come “Walking Around”.
Succede che mi stanco di essere uomo
Succede che entro nelle sartorie e nei cinema
avvizzito, inpenetrabile, come un cigno di feltro
che naviga in un’acqua di origine e di cenere.
L’odore dei barbieri mi fa piangere e stridere
Voglio solo un riposo di ciottoli o di lana
Non voglio più vedere stabilimenti e giardini
Mercanzie, occhiali e ascensori.
Succede che mi stanco dei miei piedi e delle mie unghie
E dei miei capelli e della mia ombra
Succede che mi stanco di essere uomo.
Tuttavia sarebbe delizioso
Spaventare un notaio con un giglio reciso
O dar morte a una monaca con un colpo d’orecchio.
Sarebbe bello andare per le vie con un coltello verde
E gettar grida fino a morir di freddo.
Non voglio essere più radice nelle tenebre,
barcollante, con brividi di sonno, proteso all’ingiù,
nelle fradicie argille della terra
assorbendo e pensando, mangiando tutti i giorni.
Non voglio per me tante disgrazie
Non voglio essere più radice e tomba
Sotterraneo deserto, stiva di morti,
intirizzito, morente di pena.
E perciò il lunedì brucia come il petrolio
Quando mi vede giungere col mio volto di carcere
E urla nel suo corso come ruota ferita
E muove passi di sangue caldo verso la notte.
E mi spinge in certi angoli, in certe case umide,
in ospedali dove le ossa escono dalla finestra,
in certe calzolerie che puzzano d’aceto
in strade spaventose come crepe.
Vi sono uccelli color zolfo e orribili intestini
Appesi alle porte delle case che odio,
vi sono dentiere dimenticate in una caffetteria
vi sono specchi
che avrebbero dovuto piangere di vergogna e spavento,
vi sono ombrelli dappertutto e veleni e ombelichi.
Io passeggio con calma, con occhi, con scarpe,
con furia, con oblio
passo attraverso uffici e negozi ortopedici
e cortili con panni tesi a un filo metallico:
mutande, camicie e asciugamani che piangono
lente lacrime sporche.


PER ME UN'INTERPRETAZIONE DI ALTO LIVELLO TEATRALE, OLTRE CHE MUSICALE...MAGICO MIGUEL.

Nessun commento: